L'anulare by Ogawa Yōko

L'anulare by Ogawa Yōko

autore:Ogawa Yōko
La lingua: ita
Format: mobi, epub
Tags: Narrativa Straniera, Contemporanea
ISBN: 9788845921964
editore: Adelphi
pubblicato: 2007-10-03T22:00:00+00:00


4

I raggi del sole estivo impallidirono e iniziò a soffiare la brezza d'autunno; quando alla fine giunse la stagione giusta per le scarpe di pelle nera, come previsto dal signor Deshimaru aumentarono a poco a poco anche i clienti. Lui se ne stava tutto il giorno chiuso nel laboratorio al piano di sotto e, a parte gli incontri serali nella sala da bagno, non lo vedevo quasi mai. Anche il numero degli esemplari archiviati continuava a crescere, tanto che, se al momento del mio arrivo le stanze utilizzate come deposito andavano dalla 101 alla 302 (saltando naturalmente la 223), con l'autunno mettemmo in uso la 303. Per prima cosa aprimmo le finestre per cambiare l'aria, spolverammo in giro e pulimmo per bene. Una volta fissato al muro lo scaffale ordinato su misura, la stanza poteva dirsi pronta a fungere da magazzino. Facemmo tutto noi due da soli.

«Quante sono le stanze qui?» domandai mentre lavoravamo.

«403» rispose lui mentre con il cacciavite avvitava un perno dello scaffale. «E gli esemplari diminuiranno?». «No, naturalmente».

«Cosa farà quando non rimarranno più stanze? ».

« C'è anche la biblioteca. Poi si potrebbe utilizzare la sala ricreazione, togliendo il tavolo da ping-pong. Oltre alla sala da bagno ».

«E quando avremo trasformato la sala da bagno in magazzino, come faremo?». «Non cambierebbe niente. E poi questo posto ha molte più risorse di quanto immagini. Non ti preoccupare » aggiunse avvitando il secondo perno.

Una mattina di pioggia arrivò una ragazza. Portava i lunghi capelli legati dietro la testa in una coda di cavallo e indossava un vestito semplice e classico. Aprì la porta e fece il suo ingresso nella reception, preoccupata del fatto che l'ombrello sgocciolava. «Prego, si accomodi. Lo appoggi pure al muro. Ci scusi, ma non abbiamo un portaombrelli. Si sieda pure ». «La ringrazio» rispose inchinandosi educatamente prima di prendere posto di fronte a me.

Tacque per un po', a testa bassa. Nel punto in cui erano legati, i capelli brillavano di goccioline di pioggia. Cambiò nervosamente più volte la posizione delle mani sulle ginocchia.

«Le porto qualcosa da bere. Va bene caldo?».

Andai in cucina, scaldai la limonata già pronta nel frigorifero e gliela servii insieme a noccioline ricoperte di cioccolato. La cucina era piccola, ma ben fornita di ogni bevanda e dolcetto per soddisfare i gusti di tutti i clienti. Rientra nei miei compiti capire quali si addicano a ciascun cliente. L'unica cosa che manca è la gazzosa. «Grazie». La ragazza avvolse la tazza con entrambe le mani e la avvicinò lentamente alle labbra. « In realtà non è la prima volta che vengo qui » aggiunse dopo un sorso di limonata.

«Quindi vorrebbe rivedere l'esemplare in custodia».

« No » rispose scuotendo la testa. In quell'istante sentii all'improvviso qualcosa catturare il mio sguardo. Non era affatto una sensazione sgradevole, la cosa sembrava attrarmi in maniera discreta. Strizzai gli occhi due, tre volte. Su una guancia della ragazza era visibile una bruciatura. Nulla di orribile, solo una leggera cicatrice, che davvero si notava appena, come se la pelle fosse coperta da un pezzetto di velo traforato.



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